Bambini che non parlano

Perché alcuni bambini parlano molto più tardi rispetto agli altri? Diciamo subito che nella maggior parte dei casi non si tratta di un deficit del bambino. Prima di preoccuparsi, è bene considerare che i bambini non parlano solo a parole, ovvero, usano per comunicare il linguaggio non verbale, che ci fa capire quali sono le loro potenzialità ricettive  e l’interesse verso l’ambiente che li circonda. Per questo i sorrisi, le smorfie e i gesti dei bambini sono elementi comunicativi importanti quanto, se non di più, delle parole. Lo sviluppo del linguaggio dei bambini passa attraverso delle tappe:

Fase prelinguistica  (6 - 12 mesi): In questo periodo compaiono i primi suoni tipici degli infanti chiamati lallazione, cioè la ripetizione di coppie consonante-vocale , per esempio bababa, lalala, papapa, ecc.

Fase linguistica  (dai 12 mesi) : I bambini che si sono esercitati nella lallazione  hanno sviluppato un repertorio piuttosto ricco di suoni e sono pronti a parlare. In questa fase creano un loro primo vocabolario, costituito da circa 50 parole.

Fase lessicale (17 - 24 mesi): Adesso il vocabolario dei bambini si amplia, e raggiunge anche le 300 parole. In questa fase comincia a vedersi la prima sintassi.

I bambini che non parlano, o meglio, che non si esprimono a parole, lo fanno sostanzialmente perché sono rallentati da diversi fattori:

Pigrizia del bambino: Se un bambino capisce che le sue richieste vengono soddisfatte anche se non apre bocca, non lo farà, perché parlare non sarà più un’esigenza primaria.  Ecco perché non va bene anticipare sempre le esigenze del bambino, perchè gli si comunica il concetto che non c’è bisogno che lui le esprima, tanto gli adulti provvedono comunque a soddisfarle.

Famiglia silenziosa: L’ambiente familiare è di fondamentale importanza. Una famiglia composta da adulti che si esprimono a monosillabi, non favorirà di certo lo sviluppo del vocabolario dei bambini, mentre un ambiente in cui genitori e fratelli maggiori parlano molto, farà sì che i bambini diventino molto abili ad esprimersi.

Carattere timido e chiuso: Il carattere del bambino può influenzare la sua capacità di espressione verbale. Un bambino timido esprimerà questo lato del suo carattere non parlando; in questo caso, non bisogna forzarlo, ma lasciargli la libertà di esprimersi quanto e come preferisce.

Nella maggior parte dei casi, quindi,  basta aspettare, ed i bambini ci sorprenderanno, dimostrando di possedere  un vocabolario ricco e ampio. Ciò che i genitori devono fare, però,  è osservare se il bambino è ricettivo, se risponde agli stimoli e se interagisce con l'ambiente in cui si trova. Spesso le difficoltà dei bambini non sono legate tanto ad un effettivo deficit, quanto alla relazione che si costruisce con loro: se si presta poca attenzione alle loro capacità comunicative, e ci si focalizza solo sulla loro performance linguista, correggerendo in continuazione  gli errori che i bambini compiono durante le loro sperimentazioni e insistendo perchè migliorino, il risultato sarà di ridurre la libertà di sperimentazione che è insita nei bambini, e di bloccare la loro spontaneità.

Come stimolare i bambini nel modo giusto? I bambini agiscono per imitazione, perciò le parole che ascoltano dagli adulti svolgono un ruolo decisivo nel  processo di acquisizione del linguaggio, come se fossero il "nutrimento" per fare crescere il vocabolario. In quest’ottica, si consiglia ai genitori di abituarsi  a fare ai loro bambini piccoli discorsi, senza preoccuparsi che non capiscano o se non rispondono;  questa tecnica consente ai bambini  di imparare  con più facilità a comunicare, utilizzando parole e frasi sempre più complesse.  

 

 

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